ALTRI ESOTISMI

02 marzo 2017
ALTRI ESOTISMI

ALTRI ESOTISMI

02 marzo 2017

Un viaggio lungo 100 anni tra palpiti insurrezionali, politica coloniale e pittori viaggiatori, attirati da nient’altro che dal mito di terre vergini e sconosciute, ma soprattutto esotiche. La mostra, curata da Maria Paola Dettori e allestita nella cornice espositiva dell'Ex Convento del Carmelo - Museo dell'arte del Novecento e del Contemporaneo di Sassari, ha presentato 100 anni raccontati da oltre 100 opere di alcuni dei protagonisti della storia dell'arte sarda tra Ottocento e Novecento, offerte alla collettività grazie alla collaborazione di circa 25 tra enti, istituzioni pubbliche e private, dentro e fuori dall'Isola. Un viaggio che ha permesso di ripercorrere molta storia nazionale, dall’Unità d’Italia alla disastrosa avventura imperialistica voluta dal Fascismo, sfociata poi nella II Guerra Mondiale. Una ricca documentazione ha guidato il visitatore nel passaggio tra i due secoli: dipinti, sculture, ceramiche, fotografie, documenti, riviste e illustrazioni, costumi di scena per l’opera lirica. Un percorso tematico che, introdotto dalla documentazione e dagli scatti fotografici relativi a un’importante figura dell’Italia coloniale, il sassarese Giacomo Agnesa, si sviluppa secondo il filo della storia e la personalità, sempre diversa, dei singoli artisti. La mostra ha raccontato anche una Sardegna che da “meta di viaggio come facile luogo esotico, ora scopre gli esotismi degli altri”: è lo sguardo attraverso un cannocchiale rovesciato, che cerca l’”altrove” lontano dal proprio mondo, che allora già si avviava, lentamente ma inesorabilmente, al cambiamento. Non solo l'opera, fondamentale, di Giuseppe Biasi, in Nord Africa tra 1924 e ’27; ma, prima, Giovanni Marghinotti e il sogno risorgimentale della patria libera e redenta; lo sconosciuto Marius Ledda, pittore cagliaritano cronista di guerra a Tripoli durante gli anni dell’invasione della Libia (1911/13); e ancora la Tripolitania è protagonista con Melkiorre Melis, nei trionfi coloniali di Cesare Cabras, negli scorci assolati di Bengasi fermati da Mario Delitala. Insieme alla pittura il magnifico bestiario di bronzo di Albino Manca, e i raffinati e preziosi costumi di scena del tenore Bernardo De Muro, vere e proprie opere d’arte dovute al genio di Luigi Sapelli, mago del teatro italiano e della grande “Casa d’Arte Caramba”. La mostra è stata affiancata dalla pubblicazione di un ampio catalogo a cura di Silvana Editoriale.

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